Sciopero Terziario e Turismo: il 22 dicembre «Non andare a fare la spesa, sostieni la lotta e riempi il carrello di diritti»

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di Vicenza: “Aperto lo stato di agitazione per tutto il settore del terziario, del turismo, della distribuzione e dei servizi. Questi settori hanno avuto importanti aumenti di fatturato, ma oggi le aziende si rifiutano di rinnovare i contratti dei loro dipendenti, che hanno contribuito alla crescita delle aziende. In provincia di Vicenza saranno coinvolti decine di migliaia di lavoratori”.

Sarà sciopero il prossimo 22 dicembre 2023 per gli oltre 7 milioni di lavoratrici e lavoratori nei settori del Terziario e del Turismo. Lavoratrici e lavoratori da troppo tempo sono in attesa dei rinnovi dei contratti nazionali. La giornata di stop indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs con manifestazione a Milano è finalizzata a sollecitare un avanzamento dei negoziati, denunciare lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori, mentre i settori del terziario e del turismo registrano una ripresa e un aumento dei fatturati.

“E’ una fase di mobilitazione che da mesi sta portando, nei posti di lavoro le ragioni dello sciopero, le motivazioni che hanno portato i sindacati di categoria a non accettare le proposte delle parti datoriali sui rispettivi tavoli negoziali”, affermano i tre segretari vicentini.E aggiungono: “In provincia di Vicenza saranno coinvolti decine di migliaia di lavoratori che hanno contribuito alla crescita delle aziende. Ci teniamo a sottolineare che questo sciopero – continuano La Russa, Bocchese e Frizzo – riguarderà anche lavoratrici e lavoratori della più grande industria veneta, ovvero il turismo, che da anni contribuiscono al suo sviluppo ma a cui non vengono riconosciuti i meriti in termini salariali e di tutele di questo settore”.

“Il messaggio rivolto alle associazioni imprenditoriali di settore è chiaro – precisa il segretario generale di Fisascat Cisl vicentina Bocchese Matteo -: non c’è più spazio e tempo per tattiche dilatorie o espedienti volti a eludere un’assunzione di responsabilità da parte delle imprese e delle loro associazioni di rappresentanza”.

“Le lavoratrici e i lavoratori del commercio e del turismo hanno dato tanto durante questi anni anche  durante il periodo del Covid – sottolinea il segretario generale della Filcams di Vicenza Fabio La Russa, meritano un riconoscimento concreto e reale e il rinnovo del contratto collettivo nazionale serve per riconoscere la loro professionalità, il loro lavoro, il loro sacrificio. Serve un adeguamento salariale in linea con l’aumento dell’inflazione”.

“Stiamo registrando che molte realtà pur di non far riuscire la protesta inseriscono in busta paga aumenti a titolo di anticipo –  conclude il segretario generale della Uiltucs di Vicenza Roberto Frizzo –, ma chi rappresentiamo non è più disponibile a tollerare chi non firma il contratto da una parte e cerca di salvarsi la faccia con questi espedienti. Non ci sono più scuse: si rinnovino i contratti!”